In the provocative book The Googlization of Everything (And Why We Should Worry), Siva Vaidhyanathan examines the ways we have used and embraced Google-and the growing resistance to its expansion across the globe. He exposes the dark side of our Google fantasies, raising red flags about issues of intellectual property and the much-touted Google Book Search. He assesses Google's global impact, particularly in China, and explains the insidious effect of Googlization on the way we think. Finally, Vaidhyanathan proposes the construction of an Internet ecosystem designed to benefit the whole world and keep one brilliant and powerful company from falling into the "evil" it pledged to avoid.
I social media protagonisti della nuova stagione politica. Le nuove forme di partecipazione.
Tra cultura moderna E postmoderna.
Determinismi tecnologici e sociali.
COSA SIGNIFICA COMUNICARE?
DALLA SCUOLA DI PALO ALTO ALL'ANTIPSICHIATRIA
"The Last Bookshop imagines a future where physical books have died out"
Non c'è realtà virtuale-inautentica contrapposta a una materiale-autentica
"Accesso all’informazione non significa accesso alla conoscenza.
Bisogna comunque leggere, capire e imparare"
LA COSTRUZIONE SOCIALE DELLA REALTA’ AGENDA SETTING
La televisione come storyteller
IL CONTRIBUTO DI P. WATZLAWICK PER LA COMPRENSIONE DELLE INTERAZIONI COMUNICATIVE
Società di massa:
una prima definizione
ALDOUS HUXLEY
THE ULTIMATE REVOLUTION 1962
Geert Lovink: Society of the Query: From Link to Like
Comunicare (al contrario di ‘immune’) significa etimologicamente ‘avere qualcosa in comune’, ‘partecipare’, ma anche ‘fare qualcosa insieme’ (come in ‘municipio’). Nel primo caso, non si può non comunicare. Nel secondo caso, comunicare costituisce
una opzione e comporta un impegno.
Dalla Pragmatica della Comunicazione all’Analisi Transazionale a supporto della Scrittura Creativa
L’oggetto della Comunicazione
Reti sociali: porte di verità?
Chiara Giaccardi, docente di sociologia e antropologia dei media all'Università Cattolica di Milano
Reti sociali: porte di verità?
L’importanza delle reti sociali
La tv parla, racconta, propone storie: “stimola l’immaginario dei soggetti , soddisfa il loro bisogno di evasione, ne incarna le fantasie realizzandole in narrazioni vicine alla loro quotidianità”.
Il pregiudizio del determinismo tecnologico
(Chiara Giaccardi, Univ. Cattolica, Milano)
Oltre il determinismo tecnologico
Gli oggetti digitali sono una parte della nostra vita, ma l’uso che se ne fa deve essere negoziato caso per caso
Watzlawick e la pragmatica della comunicazione umana
LE MAPPE MENTALI PER APPRENDERE E PER COMUNICARE
Nativi educati e nativi digitali
Come funziona il mondo digitale
Dualismo digitale: frattura tra
due livelli reale/virtuale
Tra società di massa e comunicazioni di massa
Society of the Query #2 - The Art of Search - discussion
La retorica si è progressivamente spostata nell’ambito del ragionamento scientifico
La realtà è una sola, mista, 'aumentata'
Pragmatica della Comunicazione
Paul Watzlawick e la “Scuola di Palo Alto”
http://www.aspicvenezia.org/articoli/pragmatica-della-comunicazione-gli-assiomi-della-comunicazione/
Il libro elettronico non esiste, appare
La televisione propone mondi, comportamenti, atteggiamenti e opinioni sotto forma di storie che narrano sia del presente sia del passato
L’ambiente digitale non è un mondo parallelo o puramente virtuale, ma è parte della realtà quotidiana di molte persone
La nuova forma delle reti
Dal web a Internet of Things
Internet e il Web non possono essere considerati sinonimi: il World Wide Web è solo uno dei servizi supportati da Internet.
Il Web è un sistema di documenti in formato
ipertestuale, posti in relazione per mezzo di link e accessibili mediante Internet.
La conoscenza condivisa
Micro e macrocomunicazione
http://www.coris.uniroma1.it/materiali/18.32.14_Lezione%201.pdf
Ipertestualità e interattività
La conoscenza condivisa
Le interfacce e lo spazio dell’informazione
La comunicazione: fondamenti
La comunicazione è considerata come un processo di trasmissione ed elaborazione di informazioni
La cultura come oggetto di studio
LE TECNOLOGIE CI DETERMINANO?
Perché non possiamo dirci dualisti
e deterministi
With trust in governments low, and media fractured into an infinite number of contested opinions, conspiracy theories are an appealing way to understand the world. They project human intentions onto complex events to explain why things happen and assign blame.
La cultura di massa nella teoria culturologica
Ipertestualità e media digitali
Il link come synthetic device
Channel surfing vs. web surfing
L’ipertesto, secondo il suo inventore T. Nelson, “è la combinazione di un testo in un linguaggio naturale con la capacità di un computer di seguire interattivamente, visualizzandole in modo dinamico, le diverse ramificazioni di un testo non lineare, che non può essere stampato convenientemente con un’impaginazione tradizionale”
Nell’ipertesto è fondamentale la strutturazione logica del contenuto: il testo elettronico è articolato in nodi (unità minori) e in connessioni (link) che suggeriscono la dimensione reticolare e multilineare con cui il testo può essere attraversato e successivamente, in forme sempre diverse, attualizzato.
COS’È UN PERSONAL MEDIUM?
PUSH VS. PULL
Come si è arrivati dalla dipendenza da internet alla post-modernità tecnoliquida?
I "nativi digitali" non esistono e se veramente
esistessero la scuola farebbe meglio ad aiutarli
a guardare fuori degli schermi
IL PROCESSO DI MEDIAMORFOSI
Evoluzione dei domini della comunicazione
Comunità vs. network
Il Sé Ri-mediato / Il sé interconnesso
Comunità virtuali
Il sé virtuale - La libertà del sé virtuale
Orientalismo digitale e postmodernismo radicale
Mobile Network Society
Culture mobili giovanili
Determinismo tecnologico vs tecnologia determinata
Culture mobili giovanili e costruzione
dell’identità
Dislivello prometeico e divario digitale
La rete è lo specchio dei tempi (e il nostro). Ciò che attribuiamo alla rete in realtà appartiene a noi è al mondo che abbiamo costruito: in rete portiamo ciò che siamo
La rete come specchio e luogo della condivisione - Le reti sociali sono alimentate da aspirazioni radicate nel cuore dell’uomo
Culture giovanili, consumo e moda
Il grillismo anti tv e la riscoperta del two-step flow
La nuova agorà - Non strumenti, ma spazi da
abitare e in cui fare esperienza
I
social media hanno bisogno dell’impegno di
tutti coloro che sono consapevoli
del valore del dialogo,
del dibattito ragionato,dell’argomentazione
logica; di persone
che cercano di coltivare
forme di discorso e di espressione
che fanno appello alle
più nobili aspirazioni di chi è
coinvolto nel processo comunicativo
Dematerializzazione della struttura sociale
La teoria della dipendenza - Gli scarti di conoscenza
Sistema sociale - Sistema dei media - Audience
Le nuove forme di esclusione nella società dell’informazione
Digital divide: la complessità del fenomeno
La Scienza delle Reti
Il modello cumulativo delle disuguaglianze digitali
Le competenze digitali nel contesto italiano
QUALE GIORNALISMO NELL’ERA DIGITALE
Né tecnoentusiasmo ('soluzionismo', 'intercentrismo', 'digiphoria') né tecnopessimismo: non sono loro che fanno, siamo noi che facciamo, nel nuovo ambiente di cui essi sono parte importante (adattamento attivo, modellamento: FATTORE UMANO)
Come ogni nostra esperienza è ormai locale e globale, così ogni esperienza è insieme fisica
e digitale: i due ambiti si definiscono a vicenda
La realtà è fatta di atomi e bit, materiale e digitale. Il web è un'estensione immateriale dei nostri territori di esperienza. Noi siamo gli stessi on line e offline: RESPONSABILITÀ
desomatizzazione
e l'ipertestualità moltiplica l'oggetto nella rete dei collegamenti.
Ogni distanza é compresa in una nuova
"deterritorializzazione" (Deleuze),
"desomatizzazione" (Sini),
"virtualizzazione" (Lévy).
Il giornalismo nell'era digitale
"Oggi accediamo subito alla notizia e ai commenti sulla notizia tramite Twitter!"
Twitterocracy: How Social Media Are Transforming Politics and Journalism”
Social Network Analysis (SNA)
La rete uccide i giornali?
'È il cambiamento della società che mette in
difficoltà i giornali, non il web'
L'informazione si è diffusa online non perché gratis ma perché il web risponde meglio ai bisogni dei cittadini del XXI sec.
EVGENY MOROZOV WANTS TO CONVINCE US THAT DIGITAL TECHNOLOGY CAN'T SAVE THE WORLD
Cyberteologia. Il cristianesimo e la rete
A partire dagli anni Cinquanta del '900 Bateson individua la genesi della schizofrenia in un disturbo della comunicazione tra l'individuo e l'ambiente relazionale che lo circonda. Questo approccio allo studio ecologico della mente lascerà una traccia indelebile nei successivi sviluppi della psicopatologia, della psicoterapia, della pedagogia. All'interno della Scuola californiana di Palo Alto (il Mental Research Institute di cui Bateson è stato l'ispiratore) gli studi condotti da Watzlawick evidenzieranno i principi fondamentali dell'azione comunicativa e, quindi, della quotidiana vita di relazione. Contemporaneamente in Europa si afferma una critica radicale alla psichiatria tradizionale (Laing e Cooper in Inghilterra, Basaglia in Italia), che mette in risalto non solo il rapporto conflittuale tra individuo e ambiente, ma investe anche la natura stessa delle istituzioni, inserendosi in quel processo di 'smascheramento' già avviato da Marx, Nietzsche, Freud, e che culminerà nella lettura 'biopolitica' di Foucault.
Il posto degli artefatti nella modernità. Tra determinismo tecnologico e determinismo sociale (p. 33).
Network Theories of Power - Manuel Castells
Manuel Castells: The Global Financial Crisis
Manuel Castells, The Crisis of Global Capitalism
Political News Journalists in Social
Media
'Capire
la comunicazione in termini di prossimità’:
dire che la comunicazione non
è prima di tutto trasmissione di contenuti,
ma riduzione di distanze è una piccola rivoluzione copernicana
rispetto al senso comune. Non sono le strategie, il marketing, gli
effetti speciali che fanno la comunicazione. È superare ciò che ci
divide, far crescere ciò che ci è comune (communis);
ė farsi reciprocamente dono di sé (cum-munus).
Comprendere la comunicazione come prossimità, e non come
trasmissione (che può avvenire più tranquillamente a distanza) ha
profonde implicazioni anche su educazione, formazione e istruzione
RETI DI RELAZIONI E COMPORTAMENTO INDIVIDUALE: L’APPROCCIO
DELLA SOCIAL NETWORK ANALYSIS
Determinismo tecnologico:
lo sviluppo tecnico (sostanzialmente autonomo) è il
motore trainante che determina il mutamento
sociale.
Determinismo sociale: le innovazioni tecnologiche si presentano solo quando sono
determinate da spinte sociali sottostanti.
I nuovi media. Linguaggi e usi sociali.
Il fatto che in rete il corpo non c’è non produce per forza disincarnazione delle relazioni. Se siamo capaci di accarezzare, siamo capaci anche di "carezze digitali".
Nativi digitali e immigrati digitali.
Identità e relazioni tecnoliquide
Review of The Googlization of Everything
Reti, nodi e comportamenti individuali in
ambito socio-demografico
Society of the Query #2
Siva Vaidyanathan:
The Leviathan and the Cryptopticon
DETERMINISMO TECNOLOGICO
L'idea che in una società la struttura mentale delle persone e la cultura siano influenzate dal tipo di tecnologia di cui tale società dispone
‘Getting it Right!:’ How did social media
transform BBC News journalism?
Social media & journalism: reporting the world through user generated content
Digital Natives - Digital Immigrants
The Society of the Query and the Googlisation
of Our Lives
La comunicazione va compresa in termini di prossimità, non di trasmissione, né di semplice accessibilità: non basta "vedere" per sentirsi prossimi. Nel villaggio globale è facile sentirsi appagati della «retorica della pietà a distanza». È solo fermandosi, facendosi carico, prendendosi cura che ci si fa prossimi. Lasciandosi interpellare, commuovere, toccare il cuore fino a modificare i nostri progetti per abbracciare l’altro che ci chiama. E risvegliare così la nostra umanità: l’incontro, la prossimità, l’ospitalità sono parole di reciprocità, dove dare e ricevere sono inseparabili.
The Future of Journalism: Networked Journalism
The spiral of silence in politics and social media – new research
THE VALUE OF NETWORKED JOURNALISM
La comunicazione è una conquista umana, non un prodotto della tecnologia. La tecnologia può facilitare od ostacolare, ma non ci determina. Non usiamola quindi come alibi o come capro espiatorio di responsabilità che sono nostre.
The Network Society: from Knowledge to Policy
«Oggi, quando le reti e gli strumenti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi, sentiamo la sfida di scoprire e trasmettere la "mistica" di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio.
Networked Journalism and Al-Jazeera English
Networked Journalism, Al Jazeera English and New Media
Il ruolo dello ‘spazio sociale’ nello studio dei
comportamenti individuali
L’affermazione della knowledge-based economy
A CULTURAL LANDSCAPE INFORMATION SYSTEM
DEVELOPED WITH OPEN SOURCE TOOLS
“The Googlization of Europe:
Privacy, Competition and the Future of Knowledge”
The Googlization of Everything and
the Future of Copyright
Google Books: Is It Good for History?
«La Grande G» di Siva Vaidhyanathan affronta il potere di Google su Internet. Ne denuncia l'«imperialismo» del modello produttivo e il pericolo che rappresenta per la democrazia, invocando l'avvento di una sfera pubblica globale.
Nella società della comunicazione le parole rischiano l’insignificanza, ma anche i gesti non sono privi di ambiguità. Come rigenerare allora, oggi, quella capacità di comunicare che così profondamente ci costituisce, dato che l’essere umano è essere-in-relazione?
Librarietà. Provocazioni sul futuro del libro
Nella comunicazione di Papa Francesco, oramai lo sappiamo, i gesti sono eloquenti, e le parole sono programmi di azione. Parole e gesti si illuminano a vicenda (si incontrano davvero), e soprattutto sono illuminati dalla loro comune tensione: la costruzione di prossimità.
LIBRO CARTACEO O DIGITALE?
Il futuro dei libri. Biblioteche, editoria e digitale
Se la scuola si deve adattare alle nuove tecnologie, questo adattamento non può prendere la forma di una rincorsa alle tecnologie. Semmai i mutamenti sociali e tecnologici devono indurla a ripensare i propri compiti. L’enorme disponibilità di informazioni della rete priva la scuola del suo compito un tempo primario di trasmissione delle informazioni. Diventa però prioritario e irrinunciabile il compito di fornire gli strumenti per gestire queste informazioni, a partire da una comprensione teorica delle tecnologie (perché compare la sequenza «http://», chi assegna i nomi di dominio, chi possiede i nostri dati personali, come possono essere usati a fini pubblicitari, come funzionano motori di ricerca come google).
Che differenza c’è tra leggere un libro di carta e leggere un e-book? Parliamo della lettura di saggi piuttosto lunghi e complessi, perché richiedono una modalità di lettura che non ammette distrazioni. Il libro di carta offre una serie di vantaggi cognitivi proprio in quelli che vengono spesso additati come i suoi limiti rispetto all’omologo digitale.
Un libro di carta si può annotare: una manipolazione del testo di cui la funzione di sottolineatura disponibile su Kindle e iBooks non è che una lontanissima parente, buona per evidenziare qualche citazione da recuperare in futuro, ma che non aiuta la comprensione e memorizzazione (alcune applicazioni dell’iPad permettono invero di annotare i pdf con una penna quasi come su carta, ma in maniera molto meno fluida). Il fatto che il libro abbia un peso, sia impaginato in un certo modo e occupi dello spazio fornisce al lettore un gran numero di informazioni tattili e visive che fanno da rinforzo mnemonico alle nozioni apprese e permettono di calibrare gli sforzi nella lettura, segnalando, per esempio, quanto manchi alla fine del libro.
Se i libri occupano prezioso spazio nelle nostre case, le librerie offrono un potentissimo aiuto visivo per la memoria.
Il
colonialismo digitale è una
tesi molto semplice, un condizionale che dice che dal fatto che si
possa far migrare verso
il digitale una certa pratica o un certo sistema di contenuti, segue
che lo si debba fare.
Innanzitutto è una tesi che ha una fortissima generalità: quale che
sia la cosa che tu puoi
far migrare, questa cosa dovrà migrare. Negare il condizionale non
significa che non
si debba far migrare nulla, ma semplicemente che si debba negare il
condizionale, ovvero
che non è vero che dal fatto che si possa far migrare qualcosa segue
che lo si debba
far migrare. Se il condizionale del colonialismo digitale ha una
forma generale, la sua
negazione può essere solo locale, altrimenti diventa una forma di
luddismo.
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