martedì 20 agosto 2013
La Cina stenta a entrare nell’“era dell’armonia” promessa nel decennio scorso da Hu Jintao. Certo, cresce a un buon ritmo, il 7% l’anno non è male anche se stiamo parlando di un paese il cui reddito pro capite resta di ottomila dollari (in parità di potere d’acquisto, quello italiano è pari a 30 mila dollari). Tuttavia buona parte delle sue risorse vanno concentrate nel consolidamento del mercato interno, la costruzione di un welfare state (non seguirà lo statalismo europeo, ma un modello misto), la riforma e l’ammodernamento delle banche e della finanza, la riduzione del divario tra la costa e l’interno, il riarmo.
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