mercoledì 21 agosto 2013
"Roberto Colaninno era un manager stipendiato da Carlo De Benedetti, che gli affidò l’Olivetti morente. Prima la rianimò buttandola sulle telecomunicazioni, con Infostrada e Omnitel, poi la usò per scalare Telecom Italia a debito (subito scaricato sulla stessa Telecom), e con Lorenzo Pellicioli del gruppoDe Agostini orchestrò la famosa operazione Seat-Tin.it. La Seat, venduta pochi anni prima da Telecom, faceva le Pagine Gialle che erano negli anni 90 una macchina da soldi. Con l’idea che grazie al web gli elenchi telefonici sarebbero diventati un potentissimo motore per il commercio elettronico, Seat era arrivata a valere 20 miliardi di euro. Nel febbraio 2000 (tutto allora accadde in pochi mesi) fu annunciata la fusione tra Seat e Tin.it, la società Telecom che dava l’accesso alla rete. Tin.it valeva pochi milioni di euro e non era quotata, ma, siccome gli accordi prevedevano che la nuova società sarebbe stata controllata da Telecom, bisognava fare la fusione alla pari. E una perizia della Ernst&Young stabilì che Tin.it (fatturato 1999 di circa 75 milioni di euro) valeva, appunto, 20 miliardi di euro, in forza della “prospettive”. Insomma, Seat-Tin.it era valutata più diYahoo!, e il Wall Street Journal commentò così: “Questa stima ha lo stesso senso di credere che si possa far nascere un dinosauro prendendo il Dna di una zanzara intrappolata nell’ambra”. Nell’euforia le azioni Telecom arrivarono a valere 20 euro. Le Seat superarono i 7 euro, un anno dopo erano già scese a uno, poi le Pagine gialle sono pressoché defunte e Tin.it fu rivenduta a Telecom per pagare i buchi fatti da La7, comprata in quei mesi da Colaninno e Pellicioli. Il risultato di quella storia è il seguente: Telecom è in ginocchio sotto il peso di 40 miliardi di debiti, Pellicioli è diventato personalmente ricchissimo e sta nel consiglio delle Generali (gigante delle assicurazioni analogiche), molti risparmiatori si sono rovinati e Colaninno in cinque anni si è trasformato da manager a uno degli imprenditori più ricchi d’Italia: si è arricchito più velocemente di Bill Gates."
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