venerdì 4 ottobre 2013
FORMAZIONE e RICERCA - Pur rimanendo un grande centro di produzione del sapere, l’Europa sta vivendo una grave crisi nel settore della formazione e della ricerca scientifica. Alla “fuga dei cervelli” da paesi come l’Italia si contrappone la grande migrazione di studenti asiatici verso le università occidentali per acquisire il know how necessario a sostenere il loro attuale imponente sviluppo economico e sociale. Questo non significa però che i paesi dell’Asia stiano riducendo gli investimenti nella ricerca. Al contrario: secondo l’Unesco, la Cina dovrebbe superare prossimamente gli Stati Uniti e l’Unione europea per numero di ricercatori. Tra il 2000 e il 2010 Pechino ha moltiplicato di 6,6 volte la somma investita in ricerca e sviluppo e ha raggiunto il quarto posto nel mondo per numero di brevetti depositati ogni anno. Inoltre è il secondo produttore di articoli scientifici e conta 42 università tra le prime 500, contro le 16 di dieci anni fa. In questa ascesa è accompagnata da molti paesi asiatici, in particolare da India, Corea del Sud, Thailandia, Malesia, Singapore e Taiwan.
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