sabato 19 ottobre 2013
I beni culturali sono stati di recente fatti rientrare nella categoria dei “beni comuni” piuttosto che dei “beni pubblici”: essi comprendono infatti non solo beni di proprietà pubblica, ma anche molti beni di proprietà privata pubblicamente fruibili. Un bene è comune quando è possibile usufruirne a prescindere di chi sia la proprietà, quando il proprietario, anche privato, ha deciso di metterlo a disposizione del pubblico o lo ha fatto sottoporre a un vincolo che ne regolamenta l’uso. Ciò vale per i reperti archeologici, per le opere di architettura, per le opere d’arte esposte nei musei, per le testimonianze della cultura materiale, per le biblioteche, per gli archivi storici, ecc., toccando un ambito molto vasto di discipline che va dall’architettura all’antropologia, dall’archeologia all’arte figurativa, all’archivistica ecc.
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