"Eraclito il superbo, Eraclito l’oscuro. “Fu superbo più che alcun altro e altamente sentì di sé”: così lo presenta Diogene Laerzio. Eraclito coglie nelle cose un Lógos che non spiega le contraddizioni, gli opposti, la lotta, il divenire, standone al di fuori, ma standone all’interno, perché è esso stesso la legge del divenire (il famoso pánta reî), che si evidenzia nella sua ciclicità, di cui vita e morte sono entrambe parti essenziali. Per questo l’immagine più efficace è quella del fuoco, che è entità, cosa, e, nello stesso tempo, un indefesso “processo di trasformazione”. Eraclito è il filosofo della simbiosi fra Essere e divenire. Dei suoi scritti – come per quelli degli altri filosofi di questo periodo – rimane solo una serie di frammenti, dei quali alcuni di difficile interpretazione."
I Presocratici: testimonianze e frammenti, Laterza, 1994, pag. 215 e segg.
I Presocratici: testimonianze e frammenti, Laterza, 1994, pag. 215 e segg.
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