mercoledì 21 agosto 2013
"Il M5s deve restare alternativo anche al Pd, con il quale occorrerà fare i conti subito dopo che ci saremo tolti definitivamente dai piedi il Cavaliere e la sua ciurma di Cosca Italia. D’altra parte, sulla politica economica, sulla politica estera, su questioni come la Tav o gli F35 ecc. non mi pare che ci siano le condizioni minime per una intesa di governo. E dunque, non si tratta di fare un patto di legislatura o (peggio!) entrare al governo con il Pd. Molto semplicemente si tratta di fare questo: offrire al Pd la possibilità di mantenere un governo per sei mesi e poi votare, a due condizioni precise: 1. il blocco della riforma del 138 (che, oltretutto, non avrebbe senso nello spezzone di legislatura restante) e del connesso tema della “riforma della giustizia”; 2. l’intesa su una legge elettorale di impianto proporzionale, al massimo con un limitato premio di maggioranza (30-40 seggi alla Camera) : niente pasticci alla Violante, doppi turni, voti trasferibili, soglie di sbarramento e imbrogli vari. Questa non è una alleanza perché alleanza è un concetto molto più ampio, implica una piattaforma condivisa e molto articolata, che richiede necessariamente tempo, e piena e reciproca lealtà per tutta la durata del patto . Qui si tratta di fare solo un accordo provvisorio e parziale per ottenere una legge elettorale più decente con cui andare a votare."
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