mercoledì 25 settembre 2013

Da #OPENCAMERA - FINANZIAMENTO AI PARTITI - Mercoledì 25 settembre. La maggioranza è davanti a una prova che potrebbe metterne ulteriormente a rischio la stabilità: la riforma del finanziamento ai partiti, infatti, arriva in Aula senza che in Commissione sia stato trovato un accordo sul testo. C'era stata un'intesa di massima a Palazzo Chigi - si tratta infatti di un disegno di legge di iniziativa governativa, a firma Letta-Quagliariello e di concerto con Saccomanni - ma Pd e Pdl si sono poi divisi su alcune eventuali modifiche: tetto da mettere alle donazioni dei privati, tracciabilità, possibilità per i partiti nuovi (come la nuova Forza Italia, ad esempio) di accedere ai finanziamenti pubblici, e così via. Si continua a trattare e le voci si rincorrono; la verità è che, al momento di andare in Aula, nessuno sembra in grado di prevedere come finirà la vicenda. Iter. Il disegno di legge, presentato lo scorso 5 giugno, è stato assegnato alla I Commissione (Affari Costituzionali), dove è rimasto fino a ieri; il calendario della Camera ne aveva teoricamente fissato la discussione in Aula prima della pausa estiva, ma in realtà il testo ha fatto solo una timida comparsa nell'emiciclo (il 6 agosto) per poi essere immediatamente rimandato in Commissione, dove non era stato ancora trovato un accordo. L'esame in Affari Costituzionali è ricominciato il 16 settembre, ma l'intesa non c'è. Relatori. Due di maggioranza (Emanuele Fiano del Pd, Maria Stella Gelmini del Pdl) e uno di minoranza (Danilo Toninelli del M5S). Nodo politico. Al di là del merito del provvedimento, certamente non secondario, va tenuto conto anche delle sue ripercussioni sugli equilibri di governo: è vero che l'Aula è sempre sovrana, e che gli emendamenti possono essere approvati anche trasversalmente, ma una settimana dopo la spaccatura sull'omofobia (228 favorevoli, 236 assenti) sembrerebbe improbabile un bis. [aggiornamento 16.35] Difficile che lo scontro interno alla maggioranza avvenga oggi, per almeno due motivi. Il primo è che i lavori dell'Aula si chiuderanno alle 19, secondo le intese intercorse tra i gruppi: il Pdl ha infatti una riunione dei parlamentari di Camera e Senato - alla quale dovrebbe partecipare anche Berlusconi - proprio per decidere la linea da tenere nei confronti del governo, alla luce dell'incontro di Napolitano con Alfano. Il secondo è che i nodi da sciogliere riguardano in parte l'articolo 5 e soprattutto l'articolo 9: praticamente impossibile che ci si arrivi in un'ora e mezza, e se anche fosse gli emendamenti controversi verrebbero accantonati.

http://live.lastampa.it/Event/OPENCAMERA/83190658?ss=1

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