mercoledì 25 settembre 2013

I parlamentari Pdl, sì alla linea dura «Dimissioni se Berlusconi decade» - Torna la «linea dura» nel Pdl sulla decadenza di Berlusconi. L'ipotesi portata avanti dai «falchi» del partito è passata. Se il 4 ottobre la Giunta del Senato voterà la decadenza di Berlusconi, i parlamentari del Pdl si dimetteranno in massa. Obiettivo: costringere il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, allo scioglimento delle Camere. L'ARRIVO DEL CAVALIERE - La decisione definitiva, secondo quanto sta trapelando, è stata presa durante la riunione di senatori e deputati Pdl a Montecitorio a cui partecipa anche il Cavaliere. Berlusconi è arrivato verso le 20 nella sala della Regina di Montecitorio. Al suo ingresso nella sala i parlamentari si sono alzati per una standing ovation al leader. «Se volete commuovermi, ci state riuscendo», ha commentato Berlusconi. LE DIMISSIONI E LA LEGA - A questo punto il capogruppo dei senatori del Pdl, Schifani, ha chiesto ai parlamentari di esprimersi sulle dimissioni in massa da presentare se e quando Berlusconi decadrà da senatore. I parlamentari con un applauso hanno deciso di consegnare le dimissioni nelle mani dei due presidenti di gruppo. Tutti disponibili, viene riferito, a dimettersi se la Giunta del Senato voterà a favore della decadenza. E anche la Lega Nord, alleato storico ora all'opposizione, sarebbe disponibile a un gesto analogo. Ci sarebbero già stati dei contatti tra il Carroccio e diversi esponenti pidiellini. BERLUSCONI - Poi è toccato a Berlusconi parlare. «È in corso un'operazione eversiva che sovverte lo stato di diritto ad opera di magistratura democratica», ha detto il Cavaliere. «Essere buttato fuori dalla storia per un'accusa così ingiusta e infamante non mi ha fatto dormire per 55 giorni - ha continuato l'ex premier - Questa mattina mi sono pesato e ho scoperto di aver perso 11 chili: uno per ogni anno di condanna, 4 per Mediaset e 7 per il processo Ruby». Riguardo al Partito democratico, e alla sinistra in genere, Berlusconi sottolinea: «La sinistra tripudia perché pensa di aver aperta la strada verso il potere avendomi condannato. Dal '94 a oggi non sono cambiati, sono sempre gli stessi. Non si sono ancora ravveduti, la loro ideologia è criminale, sono invidiosi. Ma si illudono». DE GREGORIO - I guai passati, ma anche quelli futuri, parlando del processo di Napoli in cui è indagato per la compravendita di senatori, l'ex premier ha commentato: «Voi tutti sapete che personaggio è De Gregorio. Ebbe guai forti con la giustizia», smentendo che l'ex senatore abbia mai ricevuto soldi da esponenti del Pdl. DISCUSSIONE - Dunque da un lato i «falchi» del partito insistono sulla linea dura, ma le «colombe» starebbero cercando di frenare. L'ipotesi dimissioni era già stata annunciata dopo la sentenza della corte di Cassazione sul processo Mediaset (che ha confermato la condanna a 4 anni per frode fiscale), ma era prevalsa una linea più attendista. Ora sembra di nuovo prevalere l'idea di compiere il gesto eclatante un minuto dopo il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi - il 4 ottobre - ma c'è nel partito chi insiste affinché le dimissioni siano comunque date subito. L'INCONTRO CON BERLUSCONI - Il nuovo input alla «linea dura» sarebbe arrivato dopo l'incontro a pranzo dei parlamentari con l'ex premier, che avrebbe detto: «Sono sicuro che mi arresteranno». Il suo stato d'animo avrebbe portato al precipitare degli eventi. Un deputato del Pdl a «La Zanzara», su Radio 24, aveva anticipato la mossa. «Stavolta è impossibile una retromarcia, che poi queste dimissioni verranno consegnate domani o un altro giorno poco cambia», aveva spiegato il «falco» del centrodestra. La circostanza era poi stata confermata da Gianfranco Rotondi. «Si va nella direzione che ho sempre suggerito», ha dichiarato, sempre a «La Zanzara».

http://www.corriere.it/politica/13_settembre_25/decadenza-berlusconi-pdl-ipotesi-dimissioni-di-massa_22e5195e-25f8-11e3-baac-128ffcce9856.shtml

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