lunedì 30 settembre 2013
L’Unione Europea è una creazione delle élite – politiche, economiche, ecc. – nazionali e non delle popolazioni. Tutto il processo dell’integrazione dell’UE è stato separato dal voto della cittadinanza. Ed ora vediamo che questo non funziona più: non possiamo continuare ad avere uno stabile processo di integrazione senza l’identificazione delle persone con esso. Dobbiamo perciò domandarci che cosa significhi l’Unione Europea per gli individui, per me, per te, per tutti. Molti dicono che sono troppo idealista nel cercare un’alternativa, ma credo che questa sia l’unico modo per scovare come si possa creare una differente Europa non più identificata solo con le istituzioni e la struttura che ora abbiamo di fronte. C’è bisogno di una critica dell’Unione Europea da un punto di vista europeo e non nazionale. Per far ciò molti passi sono necessari: alcuni fanno parte già del Trattato di Lisbona, come la petizione dei cittadini, un potere che forse i cittadini non hanno ben realizzato. Assieme a Cohn Bendit ho scritto un Manifesto, che è stato firmato da persone importanti, dove chiediamo che ognuno possa dedicare un anno per l’Unione Europea. Non si tratta più di un dialogo con i cittadini ma di fare qualcosa di concreto.
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