mercoledì 25 settembre 2013

SALOTTO BUONO - Così è tramontato il capitalismo all'italiana - "Definito addirittura "una rivoluzione" l'annuncio ufficiale del cambio di strategia che dovrebbe segnare la fine del "modello Cuccia", dato dall'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel. Basta con i patti di sindacato, gli accordi di blocco, le scatole cinesi, le società marsupio, i castelli di carta costruiti per governare aziende con il minimo costo e il minimo rischio. Basta con gli interessi collusivi di un capitalismo familiare privo di nerbo, di idee e di capitali, tenuto a balia per decenni dal "cuccismo". E - si spera - basta con la sconcezza degli amici e degli amici degli amici, come Totò Ligresti da Paternò e i suoi cari, che in pochi anni si sono spartiti tra loro una settantina di milioni a dispetto degli azionisti. O con Tronchetti Provera, candidato fallito all'eredità del principe Gianni Agnelli nella leadership morale della grande impresa italiana. «Quale banca di sistema, se non c'è sistema?», si chiede retoricamente Nagel, che deve aver capito, forse un po' tardivamente, come l'Italia sia un paese di individualismi più che di sistemi e che il "banchiere di sistema", di cui Cesare Geronzi ha rivendicato per anni il presunto (da lui) stemma nobiliare, altro non è che un gestore di poteri opachi e quasi sempre inconfessabili. E che senso ha, per dire, che una banca faccia anche l'editore? Per Renato Pagliaro, egli stesso banchiere-editore come presidente di Mediobanca, è una cosa "contronatura". C'è bisogno, per evitare il ripetersi dei disastri presenti, di chi si faccia carico delle linee strategichee editoriali. «Se ci chiedono di restare in Rcs con una piccola partecipazione, del 2-4 per cento, possiamo farlo - ha aggiunto Nagel - ma come un'eccezione».

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