giovedì 19 settembre 2013
Nove righe durissime. Dedicate a Silvio Berlusconi, senza mai nominarlo. Il Comitato di Presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura risponde con veemenza alle accuse lanciate due giorni fa dal Cavaliere con l’ormai celebre videomessaggio. E sono parole che non lasciano spazio a interpretazioni: «I giudici non meritano l’addebito di intenti persecutori o di complotti. E l’esito di qualsiasi processo è una sentenza che va accettata ed applicata». La nota è firmata dai vertici del Csm. La sottoscrivono il vicepresidente Michele Vietti, il primo presidente della Cassazione Giorgio Santacroce e il procuratore generale della Suprema Corte Gianfranco Ciani. Insieme esprimono «amarezza e sconcerto per l’ennesima ripetizione di giudizi sprezzanti e di attacchi infondati che colpiscono in modo indiscriminato la magistratura italiana». Palazzo dei Marescialli si spinge ancora oltre. E lancia l’allarme: senza il rispetto delle sentenze «verrebbero meno le regole dello Stato di diritto e il presupposto della ordinata convivenza civile». I magistrati, ricorda il Csm, «svolgono quotidianamente il proprio lavoro con impegno e imparzialità ».
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