mercoledì 4 settembre 2013

“Niente”, recita un versetto dell’Ecclesiastico (10,9), “è più scellerato dell’avaro”. Ma chi è l’avaro? Chi è questo personaggio così riprovevole? In cosa consiste il suo peccato tanto grave? Quali sono i comportamenti che lo rendono tanto odioso? Queste sono le domande cui cercherò di rispondere a partire dai testi dei padri della Chiesa, dei monaci, dei teologi, dei predicatori, dei confessori, cioè di tutti coloro che nel periodo medievale si sono preoccupati di tracciare i confini tra il vizio e la virtù.

http://www.assbb.it/contenuti/news/files/8_10_2007_quaderno_etica_23.pdf

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